Il caldo di questi giorni, che affligge tutti, sia chiaro, su me fa un effetto ancor più deleterio.
Prendiamo la Mezza di Biella: gara per cui gli organizzatori meritavano miglior fortuna, perchè poco più di 350 partenti (contando anche i partecipanti alla 5 miglia) sono un pò pochini. Eppure il percorso era gradevole, con una prima parte in lievissima discesa ed una in leggerissima ascesa. Si parte alle 19, con il caldo che si fa sentire, pur senz'afa. Sono piuttosto ottimista; imposto da subito la velocità al di sotto dei 4:30 al chilometro e mi accorgo di viaggiare fluido e senza problemi. La mancanza della solita ressa da mezza mi aiuta ad assumere la corretta andatura già all'interno del primo chilometro di gara. Il pb può essere mio, penso (si trattava di arrivare al disotto dell'ora e 35). Al sesto km mi affianca Lia alla guida della mia auto, con Marco che si sporge dal finestrino, telecamera in mano, come un provetto cameraman. Mi riprendono per un bel pò, tanto che mi sento in leggero imbarazzo. Inoltre non volevo che potessero creare problemi. Ma i partecipanti erano così pochi che l'auto non intralcia nessuno. I miei compagni di avventura, il gruppetto entro il quale sto correndo, non danno alcun peso alla cosa. Persino gli addetti agli incroci non hanno nulla da ridire. Così, per diversi chilometri, sono seguito come un ciclista dalla sua ammiraglia. Anche Lia, con l'altra mia telecamera, la usa ogni tanto. Dopo un pò però li allontano, perchè la presenza di troppi occhi, umani ed elettronici, mi distrae togliendomi concentrazione.
Al settimo chilometro, inaspettatamente, comincio a rallentare, a perdere colpi. Fino a quel momento padrone della situazione, mi accorgo che mantenere il ritmo ideale costa fatica, troppa. Con somma delusione, il passo medio ben presto si fa troppo lento per sperare di portare a casa qualche risultato interessante. Al quattordicesimo km siamo già sui 5' al chilometro. A quel punto smetto di guardare il gps e mi limito a concentrarmi sulla fatica boia che sto facendo. E' tanto lo sforzo, che nel mio delirio la lievissima ascesa si è trasformata in un infernale falsopiano, poi in una salita micidiale, neanche Biella fosse sul Pordoi.
Nonostante un tempo di percorrenza superiore di ben sette minuti a quello della mezza di Brescia mi piazzo 105esimo su 252 ed inaspettatamente al 13esimo posto di categoria su 41. Un insuccesso contenuto, insomma.
L' arrivo. |
Sant'Agabio
Poche righe per parlare della gara di martedì, a sant'Agabio, penultima prova del Gran Prix podistico "Città di Novara". Ebbene, sembra quasi che le gambe non riescano a produrre velocità: partito con un ridicolo 4:20 nel primo chilometro, faccio fatica da subito, per tutti i 6 chilometri, con tempi da salita o comunque da sterrato. Il che, su una gara quasi del tutto piatta e asfaltata fa un pò impressione.
Sant'Agabio: l'espressione rilassata dice tutto. |
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Il cricket di Cesate
Vi assicuro che è la verità: prima della partenza, nei pressi dell'area sportiva da cui prenderà il via la non competitiva Correndo per Kalika di giovedì scorso scorgo alcuni ragazzi indiani giocare a cricket. Smettono mezz'oretta prima della partenza della gara, altrimenti, ovvio, mi sarei disinteressato di quest'ultima chiedendo di potermi unire ad essi. (rif. "La passione di Father")
La t-shirt del pacco gara, nera! |
Area sportiva di Cesate |
3 commenti:
Anche tu, a quanto pare dalle foto, soffri del mio stesso problema, cosce da calciatore.
Io sfrutto la potenza e così pareggio un po' i conti con il peso corporeo.
@Giuseppe
Cosce da ex ciclista..
Come fai a sfuttare la potenza? A me pare di essere sprovvisto pure di quella.
Ex ciclista anche io.
La potenza si deve coltivare, prevalentemente lavorando in pista.
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