FATHERSNAKE ON THE ROAD

Blog di corsa, ma non solo, di un runner per metà rocker e per metà podista.

lunedì 18 luglio 2016

Father corre intorno al lago. (Giro del lago di Moncenisio, 26esima edizione)


La mia fase di ricerca di una migliore forma podistica, accompagnata (spero) da un aumento del passo di corsa ha fatto  tappa ieri a Moncenisio, dove ho preso parte alla storica gara di 16 chilometri lungo il periplo dello stesso lago.
Come al solito, quando si tratta di scegliere tra un solitario ed accaldato lungo ed una gara dalla stessa lunghezza opto per la seconda, a maggior ragione in questo caso, con un percorso a 2000 metri e quindi ben lontano dall'afa della pianura.
Approdo insieme a Lia e mia madre a Plan Des Fontainettes due ore prima della partenza,  congruo anticipo voluto apposta per scongiurare possibili code alla frontiera francese, che però non ci saranno.
Cielo di un bellissimo azzurro, a rivaleggiare con quello dell'imponente lago, che spicca al fondo di una vasta conca, circondato da verdi praterie.
Mi figuro un percorso con qualche saliscendi di lieve entità, quasi interamente pianeggiante, che sovrascriva più o meno l'allenamento previsto.
Con un tale anticipo sullo start ho tempo di effettuare un riscaldamento con i controfiocchi, cosa che raramente mi riesce.
Corricchiando qua e là sento parlare di "salita finale" e mi preparo dunque ad un arrivo di sofferenza. Si parte verso il versante francese, con il primo chilometro a 4:35, invogliato da un leggero declivio
Fino al quinto chilometro alla discesa si alternano brevi strappetti di salita e la cosa, podisticamente parlando, mi infastidisce. Appena rifiato alla fine della discesa già vedo in lontananza la prossima ascesa.
Pazienza!  Convinto che, una volta doppiato il margine estremo del lago, a nord
la strada scenda leggermente o almeno spiani, raggiunto invece il punto di svolta, che ci porta su sterrato abbandonando la strada principale, scopro con scoramento che continua a salire a perdita d'occhio, punteggiata dal serpentone multicolore di coloro, davvero tanti, che mi precedono. Cerco di corricchiare fino a che posso, però poi scelgo di camminare per brevi tratti cercando comunque di non perdere troppo terreno. E' la fase del "sembrano tutti più in forma di me". Comincio a chiedermi quando finalmente ci sarà una discesa SERIA.
Inesorabilmente si continua a salire, su un largo sentiero molto corribile.
Mi ritrovo praticamente di nuovo in mezzo ad un trail,  nonostante quest'anno volessi tenermene lontano, dopo i circa cinquanta corsi in quattro anni.
Le sensazioni non sono ottimali, sembra che non riesca ad ingranare la marcia giusta. Pensavo di percorrere un sentiero agevole quasi in riva al lago invece sul versante opposto alla partenza il sentiero sale ben più in alto delle azzurre acque e continuerà a farlo fino al dodicesimo chilometro circa, quando dopo altre sei o sette pause di camminata, giungo finalmente al culmine dell'ascesa.
Mentre distendo le gambe lungo la discesa benedetta, che mi permette di recuperare qualche posizione non posso fare a meno di chiedermi, preparandomi al peggio: "se quella fin'ora corsa non è stata neppure menzionata come salita ma lo è stata, com'è sarà l'ultima salita, di cui ho sentito parlare nel pregara"?
Ottocento metri, e la discesa già è finita. Davanti a me ora un chilometro dritto come un fuso lungo la diga di contenimento del lago a raggiungere l'opposto versante, passando accanto al passeggio di turisti indifferenti. Il paesaggio è tanto statico che sembra di correre su un tapis roulant.
Riesco a tenere un ritmo decente, ed infatti per tutto quel tratto si fermano i sorpassi dalle retrovie, poi il percorso si impenna decisamente, e la tanto temuta salita finale si presenta in pompa magna con un bello strappetto che mi vede optare per una salvifica camminata (ormai, troppo stanco, penso solo a sopravvivere) fino a che il sentiero sfocerà sulla strada asfaltata.
Lasciato alle spalle lo sterrato, non finisce però la salita. Troppo stanco per rintuzzare i sorpassi sempre più numerosi, mi lascio condurre all'arrivo dal pilota automatico.
Come al solito, anche quando potrei tranquillamente limitarmi ad una corsetta in compagnia tralasciando velleità agonistiche, giusto per portare a casa un lungo, mi lascio prendere dalla foga,
sperando si generi magicamente una prestazione super che dia vigore  ed infonda entusiasmo ai futuri allenamenti. Non è stato così ed ho ricevuto esattamente quello che per ora ho seminato, con una posizione di metà classifica trai 460 arrivati. Troppo presto ancora per raccogliere qualche frutto ed in ogni caso la salita non sarà quest'anno il migliore campo di raccolta.
Contento però di aver potuto correre in un così splendido paesaggio, in una splendida giornata di sole.



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