Finalmente si corre sulle strade di casa, potrebbe essere l’incipit.
In questi primi sei mesi di podismo non mi era ancora successo di correre così vicino alla patria borgofranchese. E' accaduto oggi partecipando alla 2° edizione della Straquincinetto, una impegnativa collinare UISP di poco più di 8 chilometri (per il volantino) ed invece di poco più di 9 (per il gps).
Inizio subito con dire che mi ha fatto molto piacere incontrare sul posto e conoscere di persona altri blogger: La POLISPORTIVA e Guido di “ED IO CORRO” e soprattutto rivedere dopo ben 22 anni Angelo, un mio ex commilitone del battaglione Susa, che ho scoperto atleta in forze alla Podistica Leinì.
Parto con le migliori intenzioni e duecento metri dopo la partenza mi tuffo nelle strette vie di Quincinetto insieme ad altri duecento podisti. Vie strette acciottolate all’interno, poi asfalto. Si esce dall’abitato ed il vento contro si fa sentire. Non sforzo. Ho letto in un libro che è bene mantenere un ritmo regolare, sebbene non sia affatto facile mantenerlo con il vento e la salita che ti spezza il fiato e ti mette a dura prova. Per i primi due chilometri vengo comunque premiato da un ritmo di 4’32; buono, per i miei standard attuali. Poi, i successivi aumento di poco (4’34) ; altri due a 4’33 mentre nei successivi 2 accuso il colpo della seconda salita: 4’45. Arranco. Non sono al limite ma ci arrivo vicino.
Però, quella discesa che da ciclista ho sempre temuto ora è diventata alleata. La affronto con piglio deciso, e guadagno qualche posizione, che fatico però a mantenere. Dopo un timido recupero finale, otterrò un passo medio finale di 4’36. All’arrivo, condizionato da anni di gare ciclistiche, faccio una volata che mi regala qualche posizione, persa con gli interessi perché dimentico di mettermi in fila per la consegna del cartellino e quando lo faccio sono almeno quattro posizioni indietro.
Leggo l’ordine di arrivo e scopro di essere arrivato 108esimo.
Mah.
Altra prova sul cui valore mi riesce difficile esprimermi. Oggi la testa correva, ma le gambe no. Assente quella sensazione di fluidità sperimentata in gare precedenti. Dentro me una leggera punta di delusione, perché speravo almeno di arrivare tra i primi 60, o giù di lì. Ma alla fine ho dovuto prendere atto che non è ancora tempo. C’è da lavorare ancora. C’è esperienza da accumulare e chilometri da macinare. Da domani, come deciso da tempo, si cambia allenamento. Seguirò una tabella sulla quale conto molto.
God bless you,

father
p.s
Nella foto a fianco il lieve malore accusato dopo la visione della classifica finale.