Albiano d'Ivrea |
La prima impressione è quella di aver raccolto meno di quanto
seminato.
Reduce dalla prima
di campionato Uisp in quel di Albiano, prendo atto ancora una volta di quanto
sia per me difficile ottenere una qualche visibilità (leggi: entrare almeno nei
primi quindici in classifica) in un campionato che non fa mai sconti.
Mi presento in sovrappeso
di un chilo sul mio peso gara e nonostante sia difficile che questo possa
produrre qualche svantaggio in una gara così corta, la cosa non mi rallegra.
D'altra parte, la
sgambatina pre gara dona delle buone sensazioni.
Nonostante le condizioni
meteo non eccelse e la concomitanza di altre gare poco lontane (la Tutta dritta,
l'Electric Trail e la Biella Piedicavallo) il numero dei partecipanti non
sembra averne risentito: siamo poco più di 200.
Si parte subito
con un chilometro di secca ascesa, che rompe il fiato. Lo affronto con baldanza
forse eccessiva tant'è che per tutta la prova proverò la sgradita sensazione di
correre sopra le mie possibilità.
Tuttavia, reggo
abbastanza; galleggiano intorno a me i soliti volti che fanno da riferimento
in gara. Finchè non li vedo svanire in lontananza, vuol dire che va tutto bene.
La gara, innaffiata da una costante pioggerellina, ci porta lungo sentieri ondulati e
sterrati nelle campagne intorno all'abitato, trasformatisi per alcuni lunghi
tratti in insidiosa fanghiglia in cui la preoccupazione maggiore è mantenere l'equilibrio, piuttosto che produrre velocità.
Con le mie scarpe
Pegasus trail il mio passo è comunque saldo.
Recupero piano in
pianura, recupero velocemente in discesa, ma in salita perdo.
Questo è un grosso
svantaggio, specialmente quando la gara presenta il suo piatto forte, un muro
che sembra quello di Grammont del Giro delle Fiandre, solo più corto, a 2 chilometri dall'arrivo.
Sono 500 metri che si
fanno sentire nelle gambe, nel fiato e nel morale.
Il vantaggio,
faticosamente guadagnato sui volti noti, decresce in pochi attimi: correre sopra i
propri ritmi significa non avere la forza di reagire quando serve.
Tuttavia lo
strappetto non è il colpo del ko, perché recupero sulla discesa successiva, che
ritenevo, erroneamente, portasse all'arrivo.
Allora, in
picchiata, mi riporto sul compagno di squadra Marco.
Sorpresa: il
traguardo tanto desiderato non c'è, non è ancora finita.
Altro strappo in
salita, altri 500 metri di ascesa. Marco mi abbandona allontanandosi con un
implacabile passo cortissimo e agile, mentre io abbandono ogni velleità agonistica preoccupandomi solo di finire.
Giungo al traguardo 89esimo
24esimo di categoria su trentasei.
Come dire, molto
rumore per nulla, perché mi pareva comunque di aver corso bene. Purtroppo la categoria cui appartengo, la M45, è la più numerosa e combattiva!
Sabato cercherò
maggior soddisfazione al trail di Salussola.
Rock'n'roll.
2 commenti:
E' la conferma che nelle gare a percorso "nervoso" sarebbe bene avere il tempo di studiarsi il tracciato prima della gara, spesso conoscere la pista regala diverse posizioni in classifica!
Questo è verissimo: infatti nelle gare gare più importanti mi è di molto aiuto conoscere il percorso a priori. Per altre, come quelle del campionato uisp, è difficile raccogliere informazioni preventive. A volte neppure gli addetti al tracciato lo conoscono interamente.
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