Il ciclismo non mi dava più soddisfazioni. Più che altro, mi ero reso conto che correre come facevo io, per la maggior parte del tempo in fondo al gruppo, per paura di cadute, mi risparmiava sì da queste ultime ma mi teneva lontano anche dai primi posti della classifica finale. Per non parlare della accresciuta (e ridicola, per un ciclista) paura delle discese. Insomma: avrei potuto anche allenarmi con la stessa intensità di Lance Armstrong ma questo non avrebbe cambiato nulla nei risultati, a correre come facevo io. Allora ho sentito il bisogno di trasferire la mia voglia agonistica in un diverso sport ove la componente atletica fosse predominante, e non condizionata dalle mie paure e lo scarso acume tattico. L'approdo è stato il podismo.
E tutto più rilassante. Se perdi contatto da un gruppo, c'è sempre un altro gruppo dietro. Un cane che attraversa la strada davanti a dei podisti in gara non provoca cadute in massa. Ma ci sono dei contro. Lo "stare a ruota", ad esempio, nel podismo a parte la mancanza ...di ruote) porta benefici soltanto psicologici. Le gare di ciclismo amatoriali sono un insieme di sforzi violenti seguite da riposi più o meno brevi. Un tira e molla continuo. E se le energie cominciano a latitare si può contare sullo "stare coperti" in gruppo. Ho invece appreso, grazie alla manciata di gare podistiche cui ho preso parte finora, che nel podismo è molto più importante sapere amministrare le proprie forze fino al traguardo perchè non esistono occasioni di recupero, se non diminuendo la velocità.
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