FATHERSNAKE ON THE ROAD

Blog di corsa, ma non solo, di un runner per metà rocker e per metà podista.

lunedì 10 maggio 2010

On the right way (STRAVENARIA)





Vorrei iniziare introducendo quello che ritengo un vero mistero dei nostri tempi. L’ho spesso incontrato in competizione ed oggi, a Venaria, è capitato di nuovo. Si tratta del ragazzino con tshirt anonima e pantaloni larghi al ginocchio.
Costui lo vedi in gara arrancare con passo disordinato, a volte abbigliato con giacca a vento od altri abiti assolutamente fuori luogo per il periodo. Spesso con ipod da cui fuoriesce quella che sembra la registrazione del rumore di un jet al decollo.  Sembra debba crollare da un momento all’altro. Tu lo superi, con la tua maglietta tecnica, i pantaloncini tecnici, le scarpe ultimo modello, lo guardi in tralice mentre lo affianchi abbandonandoti ad po’ di compassione pensando “beh…ne ha di fiato.. potrebbe iscriversi a qualche squadra” e prosegui. Ebbene, da quel momento il ragazzino non te lo schiodi più di torno. Non hai bisogno di voltarti per sapere che è lì, appena dietro. Te ne accorgi dai tonfi delle sue scarpe ed il frusciare del suo kway. Sembra ceda, ma non cede. Poi, negli ultimi duecento metri sprinti e te ne dimentichi, ma prima di tagliare il traguardo quello che sembra un motorino ti supera sulla sinistra. E’ lui.


Ok, parliamo della gara. E’ nuovo p.b. Sono 4.20 al minuto ora. Bella gara. Strade ampie e dritte. Gareggio tra i non agonisti, visto che la gara è riservata agli atleti UISP ed io sono un FIDAL. Praticamente una cosa tipo Guelfi e Ghibellini. Vengo munito di un bel pettorale-schienale che copre completamente la scritta fathersnake. I primi chilometri se ne vanno regalandomi una sensazione di fluidità e fiducia. Tengo un buon ritmo senza faticare eccessivamente. La strada è ampia ed è agevole superare. Il Garmin indica 4,22 costanti. “Ottimo punto di partenza per una progressione finale”- penso. Dopo alcuni chilometri il percorso si fa più vario, con tratti di buon sterrato, l’attraversamento di un ponte, un piccolo spunto in salita che affronto in maniera particolarmente vigorosa per liberarmi di due ragazzini con tshirt anonima e pantaloni larghi al ginocchio (vedi incipit) sui quali questa volta ho la meglio. Dopo la brusca accelerazione non cedo, nonostante alcuni timori di essere raggiunto e superato e schernito e continuo più o meno allo stesso ritmo iniziale. Le indicazioni dei chilometri restanti non aiutano: dapprima sono sei, poi sette. Poi di colpo 4. In un attimo di smarrimento mentale non ricordo più se le scritte stanno ad indicare i chilometri percorsi o quelli da percorrere. Non mi passa neppure per l’anticamera del cervello che potrei dare una occhiata al Garmin. Macchè: l’unica indicazione che seguo è quella del passo medio. Ad un certo punto rimango solo, con un gruppo davanti a centro metri. Non ho più punti di riferimento umani per la velocità però mantengo comunque una buona media. Sul cavalcavia per Altessano, quando mancano ormai 1000 metri circa mi vengono in mente le parole di Guido di "E io corro" nel suo post sulla TUTTADRITTA : -piuttosto di cedere nel finale, mi metterei persino a 4 zampe-. Sono dello stesso avviso io in quel momento. La discesa del cavalcavia mi proietta in avanti a buona velocità. Mi supera una donna. La risupero.
Alla fine spunta dal nulla (penso calato da un elicottero direttamente sulla strada) un ragazzino con tshirt anonima e pantaloni larghi al ginocchio. Che mi beffa negli ultimi metri.
In classifica non comparirà nessun “non agonista”. Al che la domanda spontanea è: a che sono serviti i pettorali?

4 commenti:

stoppre ha detto...

forse quelo era il tuo spirito ragazzino, cose che vedi solo tu :-)
nuovo pb... bravo, stai migliorando di gara in gara.

Unknown ha detto...

Affascinante ipotesi! Grazie stoppre.

Lucky73 ha detto...

4.20 al minuto? :-))))
Bella gara, Bella grinta, ma guarda meno il Garmin che assorbe energia....

Poi devo dirti un segreto: il ragazzino ero io eh eh :-)))))

Unknown ha detto...

Assorbe energia? Ma come...io mi alleno a pane e Garmin.
Non è che il ragazzino è un allucinazione indotta proprio dal gps? :-)