FATHERSNAKE ON THE ROAD

Blog di corsa, ma non solo, di un runner per metà rocker e per metà podista.

domenica 9 gennaio 2011

DI SALITE E DI FANGO (MINI TRAIL di VALDUGGIA)

Un trail è roba da duri, questo lo sapevo già. Me ne mancava però l’esperienza, così oggi ho voluto partecipare al MINI TRAIL di VALDUGGIA, organizzato dall’ASD circuito running.
La parola “Mini” rendeva la seconda “trail” meno impegnativa: una buona occasione per un test relativamente “indolore” di una specialità mai affrontata prima. Relativamente, appunto, perché si trattava sempre di quattordici chilometri.
Eccomi in auto che è ancora buio. E’ una giornata grigia, e l’aria è impregnata umidità, per cui è come se piovesse di una pioggia finissima, impalpabile. Valduggia (paese che non conoscevo) è circondata da colline boscose velate da nuvole basse. A dispetto del tempo gramo, vedo facce sorridenti. Atmosfera rilassata, gioviale. All’iscrizione c’è la coda, ma si smaltisce velocemente. Durante un breve tratto di riscaldamento sono lieto di reincontrare Stefano e Mika.
Qualeche esercizio di stretching, e nel frattempo capto commenti frammentari e poco confortanti sulla durezza del tracciato: “Salita di nove chilometri…”; “ discesa ripidissima…occhio al terreno”.
Mika è al solito vogliosa di affrontare una nuova avventura e abbaia festosa. Io non abbaio, mi limito a sorridere. Si parte e la strada s’impenna quasi subito, con un primo tratto che obbliga alla fila indiana. L’immagine che si affaccia ai miei occhi sembra tratta da un dipinto di Brugel il Vecchio: centoottantasei dannati  percorrono tra la palta la stretta salita di un inferno dantesco. Il sorriso mi si congela sul viso. Per fortuna il pendio finisce in breve e una corta discesa di affidabile asfalto accoglie i piedi già adornati di mota. Si entra in un bosco, e poi ricordo sopratutto  una SALITA INTERMINABILE. C’erano da superare 600 metri di dislivello. Ne ero conscio dall’inizio, ma quello che sembra un dettaglio trascurabile, quando leggi distrattamente le informazioni sul percorso, diventa una crudele realtà quando devi conquistarne ogni singolo metro.
“Questo paese non ha discese?” fa un runner accanto a come avesse captato il mio stesso pensiero in quel preciso momento. Scorgo lì davanti Stefano e Mika. Li raggiungo approfittando di una loro breve sosta al ristoro. Ingrano la quarta e mi butto nella prima discesa che mi trovo davanti, recuperando molte posizioni. C’è poco da fare…ci sono nuove salite che incombono dietro ogni curva, nascoste dietro ogni dosso. Sono ripreso da quasi tutti quelli che ho superato. Il mio fisico non si arrende al terreno, sebbene il mio trottare non possa certo competere con chi mangia pane e salite.
Mi trovo, ad occhio e croce, a metà gruppo dei partecipanti.
La salita terminerà al decimo chilometro. O forse undicesimo. Mi butto giù per quanto posso, ma il pendio è talmente ripido da farmi desistere da discese imprudenti. Lungo uno stretto tratto (e fortunatamente corto) mi ritrovo a percorrere un costone con dei pendii a strapiombo a destra e sinistra. Cos’è, un videogioco? Mi aspetto quasi una liana che mi penzoli davanti, cui aggrapparmi per superare un qualche abisso che si spalanchi sotto i piedi.
Ahi, la schiena. Salti e derapate non le giovano certo: la sento contratta, affaticata; non dolorante, per fortuna.
La discesa è costellata di rampe artificiali in legno che mi fanno supporre sia frequentata per prove di downhill. In certi tratti non scendo, frano giù direttamente a zig zag per non accumulare troppa velocità. D'un tratto, dopo un ultimo ruzzolare giù da un mini canyon, tra lo scampanìo festoso delle campane del paese, è benedetto asfalto, è pianura. E’ finita. Ultimo chilometro. Il mio primo e forse ultimo trail finisce. Che fatica ragazzi.
La posizione? 94esimo su 186 in classifica generale. Ventesimo, invece, su 41, della mia categoria (D45).


P.s Vorrei denunciare pubblicamente il comportamento antisportivo di Mika che, non paga di avermi superato di nuovo, mi ha rubato dalle mani un pezzo di pane con nutella prelevato al ristoro, approfittando subdolamente di un momento di distrazione.

16 commenti:

theyogi ha detto...

da duri.... semmai da romantici incoscienti (o da cani)!

Stefano ha detto...

mai distrarsi...in salita si scivola, in discesa si cade, al ristoro arriva il cane mascherato ed è anche peggio!!

p.s. ottimo inizio!

web runner ha detto...

Boia, e io che volevo provarci tra qualche mese. O_O

Lucky73 ha detto...

Sei andato benone! Quasi nella prima metà ...
Queste corse sono particolari ci vuole una buona dose di attenzione per non cadere e magari farsi male!

Povere scarpe, ma con la doccetta e dell'acqua calda tornano come nuove!

Unknown ha detto...

@Yogi
Duri e puri :-)
@Stefano
Dura, la vita del trailer :-)
@Web
Senza fango e salita non sarebbe stata male..
@Lucky
Ho usato le "vecchie" Nike Pegasus. Sacrificate alla causa!

arirun ha detto...

Ti boccio per le scarpe Già è duro di suo un trail non puoi pensare di affrontarlo con le gomme stradali!!Io ho pagato dazio a Morfasso(42 km in natura) per ferragosto e ne porto ancora le cicatrici su un ginocchio ;)

Unknown ha detto...

@Ari
Sai, in realtà l'ho sottovalutato. Pensavo fosse niente più che una campestre un pò più complicata. E invece..

Oliver ha detto...

Marò che fatica! Io le salite non le sopporto, e si che abito in collina e mi toccano spesso, ma ogni volta è una sofferenza. Se c'è fango poi...
Comunque bravo, magari la prossima volta falla con le infradito...

Unknown ha detto...

@Oliver
Dici che vendono le infradito chiodate?

teo ha detto...

infradito o stivale giallo...quello da ferramenta:-)ciao bello

patcini ha detto...

:-), benvenuto nel mondo dei trail !!
Che tu ripeta o meno l'esperienza ti rimarrà dentro e potrai usarla tutte le volte che, in gara, dovrai superare salite e tratti sterrati.
In questi casi tecnica di corsa e predisposizione mentale alla fatica contano più dell'allenamento specifico ma che ne risente di più è certo la schiena e, nel tuo caso, concordo con la decisione.
Archiviata una della esperienza e spero che tu abbia fatto tesoro dell'insegnamento che il nemico non è mai pago e la nutella può scatenare atroci battaglie (lei, sotto sotto, era lì per quella, fin fall'inizio!!).
Per le scarpe posso essere daccordo con tutti ma se si corre una gara solo per provare, investire in quella direzione è piuttosto dispendioso e prevede una grande casa :-D.
COMPLIMENTI
pat

Master ha detto...

Una cosa che ho imparato nei trail è vedere l'altimetria prima della partenza, aiuta molto ...psicologicamente!
Bella gara e belle scarpe!

Unknown ha detto...

@Pat
Ci avevo fatto un pensierino, alle scarpe da trail, ma la mia casa è piccola..
Master@
E' che sono partito con l'idea: "Massì, famo sto trail, che sarà mai..."

ste ha detto...

bello il post! c'ero anch'io 1:54 il tempo finale. Spero di vederti a Pogno.
p.s. : giù le mani da Mika!

Luca "Ginko" ha detto...

Un ottimo debutto! Al mio primo trail mi ricordo ancora gli ultimi 3 km in cui l'unica cosa che mi è mancata di fare è alzare il pollice e chiedere un passaggio.. a noi abitanti del piante pianeggiante salite e discese ci uccidono!

Unknown ha detto...

@Ste
Grazie e benvenuta nel blog! Spero non aver troppo enfatizzato gli aspetti più negativi del trail.
Questo tipo di corsa regala anche una stupenda sensazione di libertà, che ne costituisce forse il pregio maggiore. Quanto a me, non penso che ripeterò l'esperienza, sarebbe chiedere troppo alla mia malandata schiena!
p.s
Mika? E chi la raggiunge? :-)
@Luca
Mi risulta ti abbiano regalato un bel paio di scarpe da trail..mi sa che invece tu ripeterai l'esperienza.