Quando, appena terminata l’edizione 2010, RAISPORT ne trasmise una sintesi, la varietà e la bellezza del tracciato mostrato dalle riprese catturarono il mio interesse e fantasticai di poterne calcarne un giorno lo stesso percorso. Lo stimolo definitivo me lo diede scoprire che la turistica lavorativa mi avrebbe concesso un weekend libero comprendente il fatidico 31 luglio. Una specie di segno del destino. Allora, dopo aver chiesto e ottenuto riposo anche per il venerdì 29, ecco che alle sedici di quel giorno io, mia madre e Lia stiamo già passeggiando per la via principale di Livigno.
Quest’ultima, che si adagia in un’estesa valle, non ha proprio l’aspetto della classica cittadina di montagna: grazie al tanto sbandierato duty free (la cittadina è considerata “zona franca” e quindi esente da imposizioni Iva, il che permette uno sconto di partenza del 20 % sui normali prezzi di listino) ha più l’aspetto di un grande centro commerciale a cielo aperto, animata da folla in cerca di sconti migliori, la maggior parte munita di borsa spesa con logo. Tanto che, in certi tratti, sembrava di trovarsi a Vicolungo, oppure a Serravalle, paesi sede di famosi outlet.
Sabato mattina incontro, nella hall dell’hotel che ci ospita,Marianna Longa, campionessa di sci di fondo e vincitrice, per ben cinque volte, della gara podistica Valtellinese. Abita a Livigno, ove il cognome Longa è parecchio diffuso. E’ lo stesso gestore dell’hotel che me la presenta, chiedendomi scherzosamente “hai bisogno di una personal trainer?"
Con Marianna Longa |
Marianna, ferma dalle gare per un problema al tendine di achille, mi descrive sommariamente il tracciato, dopodiché suggelliamo l’incontro con una foto ricordo. In mountain bike, poco dopo, Lia ed io percorriamo quasi del tutto il tratto “più umano”della gara: i cinque km della ciclabile che costeggia Livigno. Nel pomeriggio incontro Frank (splendido risultato il suo!) e Costy: una breve passeggiata (Costanza ancora con le stampelle) e due chiacchere in un bar.
La corsa.
Affrontare la Stralivigno senza mai essermi allenato in salita non mi turbava più di tanto: ero convinto di potercela comunque fare, aldilà del tempo di percorrenza finale, affrontando le asperità con la dovuta cautela, senza strafare, e sfruttando le discese qualora potessi.
Go! |
In una bella mattina di sole, la gara parte con uno strappo secco di 150 m di dislivello, che ci porta a quota 2080. Siamo quasi mille: una folla sgomitante che ansima e sbuffa. Reggo bene il primo tratto, con i soliti passettini morbidi, ma questo non basta, perché ancor prima di scorgere il GPM sono già stanco, e comincio a percorrere tratti sempre più lunghi camminando, nonostante sia alle prese con un alternarsi di salite meno impegnative e tratti pianeggianti, fino al quarto km, da cui inizia la picchiata verso valle. Poiché la discesa è il mio unico punto di forza, recupero diverse posizioni, ma arrivo in fondo con i muscoli delle gambe frollati. Per un corto tratto delle caprette, sbucate chissà da dove, corrono insieme con noi, le ho davanti, per poi deviare improvvisamente a destra, prima di essere d’intralcio.
L’ingresso in ciclabile, in quello che doveva essere il tratto più easy della gara, in falsopiano, mi vede spossato, senza la possibilità di poter gestire la velocità come più mi aggrada. E’ un’andatura al risparmio, sennonché non sembra esserci più esserci risparmio cui attingere. Incredibile, penso, sono soltanto all’ottavo chilometro. Marca davvero male.
Passaggio in ciclabile |
Per fortuna ho da distrarmi, la ciclabile lambisce la cittadina e il pubblico, in questa fase più numeroso, dimostra il proprio calore non facendo mancare incitazioni a volte personalizzate grazie al nome di ognuno sul pettorale.
Lia mi affianca in mountain bike e realizza delle riprese eccellenti che vedrete nel video successivo, documentando anche il mio stato di spossatezza con impietosa crudezza. Arrivo davanti al cartello di metà gara: sono trascorsi cinquantanove minuti e il bello deve ancora venire. Contavo su questo tratto, altimetricamente più docile, per rifiatare, e invece mi ritrovo a fare i conti con forze sempre più esigue.
Al dodicesimo chilometro circa ricomincia il calvario, con una salita che ci porta ad arrancare per sentieri sterrati. Poco prima di affrontarla approfitto di un ristoro (che saranno tanti e fornitissimi nel corso della gara) per buttar giù camminando dei sali. Poi riparto, ma le gambe non ne vogliono sapere di pendenze e i tratti camminati equivalgono quasi a quelli corsi. La salita, discreta e lunghetta riporta in quota con continui saliscendi nel bosco di conifere. Subisco diversi sorpassi. Cado, persino, inciampando, per la prima volta da podista, ma ne riportano danni solo i palmi delle mani. I tratti in discesa servono per darmi spinta ed affrontare l’erta successiva: a volte la forza d’inerzia è bastante, a volte cammino fino a raggiungere la cima del dosso, per poi buttarmi giù successivamente.
Con quest’andatura da dead man running scendo fino alla ciclabile, al termine di una discesa più lunga. Siamo al diciassettesimo chilometro: ultimo ristoro. Sto per affrontare il tratto più impegnativo.
Ormai vado avanti solo grazie alla tenacia e, probabilmente, l’aiuto dello Spirito Santo. Al 19esimo km la terribile visione: 100-150 m di salita con una pendenza del 30% o più che impediscono quasi di camminare. E' come un' arrampicata, con la mente vuota di tutto se non la voglia di finire la gara in un modo o nell’altro. Si torna a quota 1984 m. Non ne posso più di salire e sono accontentato al 20esimo km. Ed eccola, Santo Cielo, la discesa finale! Mi ci butto a rotta di collo, con gli ultimi sorpassi in volata.
L'agognato arrivo. |
E’ fatta.
Più che una gara, per me è stato un evento, motivato dal poter dire: La Stralivigno? Io c’ero. Non essendomi preparato in modo specifico per essa, ed in generale, per una gara in salita, non posso recriminare per la classifica finale né per il tempo di percorrenza. Confesso anzi che ben prima di arrivare a metà gara l’ombra di un possibile ritiro si stava facendo strada, non tanto per l’incertezza sulla mia capacità fisica di finirla, quanto per la paura di arrivare in coda a tutti, riportandone anche un contraccolpo psicologico . Poi, però, ha prevalso la voglia di avventura.
I freddi numeri:
386esimo su 545 (classifica assoluta maschile)
83esimo su 123 MM45
Tempo finale 2:05.20,3
Un saluto!
17 commenti:
A prescindere da tutto credo che tu ti sia difeso bene! Come dici certe gare van preparate, sono troppo dure e tecniche per improvvisarle ...
Panorama spettacolare e bella foto con la Longa! :)
@Lucky
Sai che la credevo più facile? Purtroppo me ne sono accorto quando già la percorrevo :-)
Però sono contento di averla fatta.
Bravissimo father! Ste gare per iniziare a 'correrle' in modo accettabile devi fare tanta tanta tanta salita. Sei andato bene. E poi guarda che giornata che ti sei trovato!
quasi quasi ti seguivo.. a pranzo pero' ;-)))
Come dice il buon Furio "con le salite devi fare pace facendone tante", cosa che io mi guardo bene dal fare ovviamente. Ma ti sei ben difeso no? E' comunque esperienza, se ti verrà ancora voglia di farla saprai già cosa ti aspetta e ti preparerai a dovere!
@Hal
Grazie,
non essendo appunto un mostro in salita mi ha trascinato in avanti solo la voglia di ESSERCI.
@Pimpe
Sono convinto che su quelle salite, avresti fatto un'ottima figura!
@Oliver
Ho fatto tanta di quella salita ieri che mi basta per un anno intero di corse!
Bravo Father!!!aspettiamo il video:-)ciaooo
@Teo
Sono già al lavoro..
complimenti! ma è una mezza?
@Tosto
Grazie,
Sì, una mezza... d'altura.
MA chi è la Longa dei due? ih ih ih (lei è famosissima che onore) su su che alla fine ti sei difeso bene. Noi poveri runner da città quando dobbiamo salire un marciapiede imprechiamo, figurati la stralivigno.. bravo!
@Luca
Grazie!
Per come ho subìto la gara dal primo all'ultimo km mi meraviglio di non essere arrivato più in fondo :-)
Ciao Father, piacere di averti/vi conosciuto. Come prima esperienza anche io mi sono trovato un pò spiazzato nonostante immaginassi quel che mi aspettasse. Comunque gran bella gara, credo di tornarci il prossimo anno anche perchè ho vinto con la categoria un'iscrizione gratuita!
A presto!
Prima di tutto complimenti per averla fatta e portata a termine...le salite sono il cruccio di noi podisti...io so che allenandosi su percorsi collinari si fa la differenza rispetto a chi lo fa solo in piano..quindi per poter farle bene in gara bisogna soffrire tanto in allenamento...e te lo dico io che spesso mi faccio un ora di strada in auto per andare ad allenarmi insieme a Furio dalle sue parti...e poi la differenza la senti.
Per quanto riguarda la caduta siamo "gemelli" visto che anch'io nella mia gara sono inciampato e volato...ora sono un podista sbucciato:-)
Ciao
sicuramente dura , un altra avventura messa nel cassetto
@Frank
Subito dopo averla finita, la mia intenzione era di non riprovarci.Ora ne sono meno convinto, a patto di allenarmi come si deve (così non potrei più sfoderare alibi di nessun tipo). Potrebbe essere una bella sfida!
@Kikko
Grazie! Ma tu hai fatto un volo, io sono semplicemente inciampato finendo con le mani a terra, e null'altro,non mi sono neppure caduti gli occhiali.Comunque, hai ragione:la salita non perdona che non si allena ad essa.Ero partito con l'intenzione di starmente tranquillo senza forzare, per cautela, ma la pendenza mi ha stroncato ugualmente :-)
@Lello
Mi piace infatti considerarla così, Lello: un'avventura. Un "volerci essere" e "provarci".
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