

Ieri giorno di riposo dal lavoro e, come spesso accade, ne ho
approfittato per un bel lungo.Dopo un chilometro circa ho lasciato il paese per imboccare un sentiero tra i boschi che da lì a poco mi avrebbe portato a
Montalto. Da lì è cominciata la salita che sapevo piuttosto ardua fino al lago Nero; specchio d'acqua morenico incassato tra le colline e dall'aspetto poco
raccomandabile.In passato frequentato dai
borgofranchesi come alternativa "povera" al ben più famoso lago
Sirio di Ivrea, ne venne poi interdetta la balneazione, forse per la
pericolosità delle sue acque, così scure da darne il nome. Diversi gli annegati nel corso degli anni. Percorrendo un sentiero che lo costeggia si incontra la lapide di una sfortunata bambina rapita dalle acque e vi assicuro che la prima volta che me ne imbattei (era autunno e la vidi emergere dalla bruma sempre più
distintamente man mano che mi avvicinavo)non potei non provare un leggero brivido, fomentato in parte anche dalla presenza,
silente e celata dagli alberi ma palpabile, del vicinissimo lago.
Ma non sarei passato di là questa volta.
Tra le vigne di
Montalto, la salita mi obbligava a saltellare sulle punte, più che correre. Passato sotto l'ombra del castello di
Montalto affrontavo una breve discesa (purtroppo corta) e
su, di nuovo a salire tra i boschi (mi sono sentito un
pò Marco Olmo,con rispetto parlando). Al culmine della salita mi ritrovo a
Bienca, che sta SOPRA il lago Nero. Scoprirò poi di aver percorso un perimetro attorno al lago in
questione (vedi percorso da Google earth), così ampio da non poterlo neppure scorgere.
Da
Bienca discesa lunga asfaltata verso
Borgofranco, e poi gli ultimi soddisfatti chilometri del totale di 14.37 ad un passo di 5.35