Ebbene sì, lo ammetto, sono un garmindipendente. Non nel senso che lavoro alla Garmin ma che, quando corro, lo sguardo troppe volte corre al gps sul polso, alla ricerca di conferme di quanto sia veloce, o di quanto sia lento.
Il fatto è, ne sono sicuro, che quegli sguardi fugaci privano la mia corsa di fluidità, oltre a far sì che la viva come un evento esterno a me stesso, strettamente meccanico, quando invece potrei e dovrei goderne con tutta l'attenzione conscia, ed inconscia. E' la differenza tra io corro ed io sono il correre. Quei continui bisogni di conferme di come stia andando, di quanta strada abbia macinato, di quanta me ne rimanga, del passo medio e reale rende gli allenamenti una battaglia contro il tempo. A volte vince lui, a volte io.
Il tempo è un elemento di stress, e questa continua ricerca di conferme esterne atrofizza la mia capacità di ascoltarmi. Ed è il sintomo di un bisogno di controllo.
Riconoscere la dipendenza è il primo passo per uscirne.
Il fatto è, ne sono sicuro, che quegli sguardi fugaci privano la mia corsa di fluidità, oltre a far sì che la viva come un evento esterno a me stesso, strettamente meccanico, quando invece potrei e dovrei goderne con tutta l'attenzione conscia, ed inconscia. E' la differenza tra io corro ed io sono il correre. Quei continui bisogni di conferme di come stia andando, di quanta strada abbia macinato, di quanta me ne rimanga, del passo medio e reale rende gli allenamenti una battaglia contro il tempo. A volte vince lui, a volte io.
Il tempo è un elemento di stress, e questa continua ricerca di conferme esterne atrofizza la mia capacità di ascoltarmi. Ed è il sintomo di un bisogno di controllo.
Riconoscere la dipendenza è il primo passo per uscirne.
Avendo ottenuto un risveglio spirituale, come risultato di questi passi, ho cercato di trasmettere questo messaggio ai GPS dipendenti e di mettere in pratica questi principi in tutte le mie attività (da «I 12 passi dei Gpsdipendenti anonimi»)
7 commenti:
Bravo, ottimo risveglio.
fino a sei mesi fa anche io avevo lo stesso problema.
Uscire senza gps o senza cardio era come sentirsi nudi.
Prima cardio-dipendente e poi 305-dipendente.
Un bel giorno decido di orientare tutti i miei lavori con gli allenamenti in pista, e così con l'occasione via il cardio, via il 305, e al polso il crono. E' sempre un riferimento, ma quando hai messo a punto il corpo con una preparazione, seria e mirata, crono-pista, ti assicuro che acquisisci una grande padronanza delle sensazioni.
Ormai quando corro su strada, in gara o in allenamento, solo con il riferimento delle sensazioni, riesco a riconoscere esattamente, o quasi, il passo di percorrenza, magari dando qualche cosa in più rispetto a quando sei influenzato da uno strumento.
Adesso è una corsa naturalmente fantastica.
Io visto che a San Patrignano non mi accettavano ho optato per una terapia d'urto ho messo il Garmin a sciare poi ho imboccato una pista nera con molti alberi,all'inizio mi veniva da guardarlo lo stesso poi dopo aver schivato x un pelo il secondo pino sono migliorato...Oggi quando trilla me la tiro e spesso non lo "cago pari" :)
@Giuseppe
Il tuo stadio podistico potrebbe definirsi "illuminato" :-)
A me ce ne vuole ancora un pò per liberarmi completamente dalla gps-dipendenza. Ma la strada è quella giusta.
@Arirun
Io non scio, sono fregato!
ascoltati, senti il respiro e lo sforzo sulle gambe, no potrai sbagliare di molto il ritmo.
fino a 5 anni fa, i gps non esistevano, e allora ? si usavano più bombolette spray per segnare i km e si andava più a sensazione.
l'anno scorso alla applerun, il garmin mi si scaricò, corsi tutta la gara a sensazione ed ala fine andai sotto i 4'...
attenzione pechè a volte, quando guardi il garmin, come puoi esaltari, allo stesso tempo puoi deprimerti e, lo stato mentale condiziona molto l'esito di una gara, a volte già dopo i primi km !!! futtitinni del garmin, sentiti come un selvaggio, senza un cazzo di niente, solo con la voglia di correre per conquistare la preda o salvarti dal nemico..
Blogger fathersnake ha detto...
@STOPPRE
Quando ho iniziato a correre in bici non esistevano neppure i ciclocomputer.Arrivato a casa,mi munivo di cartina e contavo i chilometri a seconda di dove fossi passato. Questi sono invece tempi in cui tutto è misurabile, ma non tutte le informazioni ci servono. Quello che dici è giusto: bisogna saper recuperare il carattere selvatico, istintivo della corsa.
bravo father...bell'input...personalmente penso che correvo e mi divertivo di più all'inizio...niente garmin e poche tabelle...ieri ho corso senza ed è stata una bella sensazione in corsa ma al ritorno c'era una musichetta che mi risuonava in testa "quanti km teo? e a quanto? hai fatto un medio?"...cazzarola ci siamo dentro finoal collo:-)))ciaoooo
@Teo
Ciao!
per forza non ci divertiamo...a lungo andare ogni allenamento diventa una sfida tra noi e lui :-)
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